Ci sono degli appuntamenti così unici che sarebbe un vero peccato non poter assistervi. Uno di questi è la biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, BIAF. Dal 21 al 29 settembre 2019 http://Biaf.it
Un “museo in vendita”, come l’ha definita il suo segretario generale, Fabrizio Moretti.
Da anni ormai la Biennale non è più solo una fiera del mercato dell’arte, ma è un’esposizione della bellezza di cui, sia l’esperto d’arte che il neofita, possono apprezzarne il valore.
Si svolge nel tripudio del barocco più sfarzoso di Palazzo Corsini, e forse basterebbe questo luogo per rendere la biennale speciale. Con i suoi affreschi, i suoi stucchi, la maestosa scala al centro del palazzo, la terrazza affacciata sull’Arno e soprattutto la grotta artificiale al piano terra, Palazzo Corsini ha la capacità di contribuire a rendere unico qualunque evento.
Un motivo, non palese, per visitare la Biennale è quello di osservare. Osservare non solo l’arte esposta ma il meraviglioso potpourri di persone che la visitano ad ogni ora del giorno. Dall’espositore gallerista in abito elegante, talvolta dai colori inusuali, alle signore di tutte le età in vestiti colorati e borse Chanel, dall’ospite famoso che si aggira in silenzio tra le varie gallerie, al potenziale cliente agé vestito completamente di bianco come neanche al mare, dai modi gentili. Adoro soffermarmi sulla terrazza di Palazzo Corsini per ammirare e anche candidamente ascoltare le conversazioni divertenti e anacronistiche degli ospiti della mostra.
La mostra «ospite» nel Palazzo, è quest’anno «Universo Bardini», dedicata a Stefano Bardini, il «principe degli antiquari», e rende omaggio alla figura del celebre mercante, uomo che svolse un ruolo importante nell’ambito del collezionismo tra ’800 e ’900.
LA biennale ospita 77 gallerie nazionali e internazionali e tra le oltre 5mila opere selezionate per la Biaf, troviamo, Canaletto, Tiepolo, Boldini, De Chirico e le sculture di Lorenzo Bartolini. Presente anche l’arte contemporanea, con opere come il Concetto spaziale di Lucio Fontana oppure Vulcano per purificare le parole di Gilberto Zorio. Bellissimi poi gli arredi e i gioielli.
A me in particolare piace il seicento e un dipinto mi ha rapito il cuore. Si tratta di un pittore fiorentino di cui non si conosce il nome. Il dipinto raffigura quattro uomini fiorentini, con i volti rubicondi e con in testa la tipica parrucca dell’epoca. Il dipinto li raffigura mentre sono dal notaio per firmare un contratto. Un quadro con qualcosa di familiare e che avrei voluto acquistare per avere la possibilità di ammirarlo tutti i giorni.
La novità della mostra di quest’anno è che per la prima volta la Biennale esce da Palazzo Corsini e coinvolge la città di Firenze.
Si tratta in effetti del sessantennio di attività della Biaf e con Florence Art Week, gli eventi, le mostre, le performance e gli incontri si spostano nel centro della città.










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